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Cos’è l’Uptime nel Web Hosting? Come è possibile calcolarlo?
I concetti di uptime e downtime
L’uptime è la quantità di tempo durante la quale un server web è rimasto attivo e accessibile. Esso viene normalmente indicato attraverso una percentuale, la quale deve ovviamente essere molto alta, come 99,99% o 99,8% di uptime.
Il tasso di uptime è un fattore molto utile e fondamentale per misurare le prestazioni di un server, in particolare quando si è alla ricerca di un fornitore di web hosting, come ad esempio supporthost, e si vuole capire quale sia il servizio migliore al quale affidarsi.
La percentuale di uptime indica, infatti, quale capacitá vanta il fornitore di hosting nel mantenere i suoi sistemi accessibili e funzionanti.
In questo senso, se un host web ha una percentuale elevata di uptime, allora significa che il suo server risulta raggiungibile e in esecuzione la maggior parte del tempo. Di conseguenza, tutti i siti web (e altri servizi similari) che si affidano ad esso possono legittimamente confidare che affidandosi quel host garantiranno ai loro utenti un sito sempre accessibile ed affidabile.
Per un sito risulta infatti importantissimo avere rarissimi momenti di downtime, cioè archi temporali nei quali gli utenti non vi possono accedere.
Come calcolare l’uptime di un server
Calcolare l’uptime di un server non è complicato, bisogna solamente svolgere alcune semplici operazioni matematiche.
Innanzitutto, bisogna scegliere un arco temporale sul quale misurare l’uptime, che può essere 24 ore, 30 giorni o un anno.
Fatto ciò, si procede al calcolo del downtime. Generalmente, infatti, per il calcolo dell’uptime viene svolta una procedura inversa, la quale prevede di calcolare la percentuale di downtime per un dato periodo di tempo, per successivamente sottrarla dalla percentuale del 100%, così da ottenere l’uptime.
Procediamo quindi con un esempio.
Consideriamo che un sito web sia stato monitorato per 24 ore (86400 secondi). Questo è il nostro timeframe.
Ora, in questo lasso di tempo diciamo che il monitor è stato in “down” (cioè, non era accessibile) per circa 10 minuti (600 secondi).
Quindi, dividiamo il tempo di “down” con il timeframe totale: 600/86400=0,0069. Ora trasformiamo il risultato in percentuale, e otteniamo il 0,69%. Quest’ultima è la nostra percentuale di downtime.
Per il calcolo dell’uptime, è semplicemente necessario sottrarre le percentuali di downtime dal totale di 100% e così si sarà determinato l’uptime. Quindi, nel caso dell’esempio Uptime = 100% – 0,69% = 99,31%.
Per calcolare l’uptime sono presenti sul web diversi servizi, tuttavia, prima di affidarsi ad essi, è bene conoscere la procedura sopra descritta. In questo modo, si può comprendere effettivamente cosa indicano uptime e downtime.
A quanto corrisponde una quantità accettabile di tempo di inattività?
Per rispondere a questa domanda è utile prendere ad esempio un timeframe di un mese ed immaginare un sito web che fa affidamento ad un servizio di web hosting, come ad esempio supporthost.
Supponiamo che vi sia un uptime del 99%. In questo caso, significherebbe che il sito sarà “down”, e quindi inaccessibile, per 432 minuti, cioè quasi 7 ore ogni mese.
Volendo invece pensare ad un uptime del 99.9%, significherebbe circa 45 minuti di downtime, un tempo assolutamente più basso rispetto alle 7 ore mensili precedenti.
Per ultimo, si può ipotizzare un uptime del 99.99%. Questa soluzione permette di ridurre il downtime del sito web a soli 5 minuti mensili, cioè un tempo quasi impercettibile per gli utenti.
Come migliorare la percentuale di uptime
La risposta alla domanda “come migliorare la percentuale di uptime” sta essenzialmente nella qualità dell’hardware e del software utilizzato dalla piattaforma che offre il servizio di hosting. Esistono piattaforme come supporthost che mettono a disposizione del cliente delle soluzioni informatiche di alto livello e che garantiscono un uptime elevatissimo.
Come si diceva precedentemente, affidare il proprio sito web ad un servizio di hosting che riduca al minimo il downtime è fondamentale. Questo genera nell’utente una sensazione di affidabilità, spingendolo a non optare per altri siti o servizi quando quello al quale si sta affidando risulta inaccessibile o inattivo.